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Marco Brienza – fotografo, photoeditor
27 Dicembre 1985.
Ho scattato la mia prima fotografia consapevole a 19 anni, quando ho cominciato a frequentare la società paralimpica Briantea84. Sentivo il desiderio, la necessità, di raccontare quello che stavo vivendo. Da quel momento non ho più smesso: ho dedicato anni molto intensi allo studio di tecnica, storia e progettualità. Oggi lavoro in diversi settori fotografici, ma la mia vocazione è il racconto di storie umane. Nel 2015 ho fondato Yama Photos e nel 2017 il brand Yama Wedding.

Marco Spinelli – fotografo, account manager
24 Agosto 1986.
E’ grazie all’interesse di mio padre e ai suoi album di famiglia realizzati con una Olympus M10 che sin da bambino mi sono avvicinato alla fotografia. Durante gli anni del Politecnico ho conosciuto Marco Brienza con cui ho avuto la fortuna di coltivare quella che è diventata prima una passione e poi un’opportunità professionale. Nel 2017 ho partecipato alla creazione del brand Yama Wedding.

Simone Giovanni Colombo – fotografo
13 Settembre 1984.
Ho ricevuto in regalo la mia prima fotocamera, una Petri 7S, nel 1999. La stessa macchina fotografica con la quale mia madre aveva iniziato a fotografare all’età di 18 anni, nel 1971. Nella fotografia ho trovato fin da subito un linguaggio attraverso il quale esprimere il mio desiderio di comunicazione. Nel 2010 l’incontro con Marco Brienza, con cui frequento l’Istituto Italiano di Fotografia. Nel 2012 inizia la nostra collaborazione fotografica che sfocerà nel progetto Yama Photos, tre anni più tardi.

Rachele Moscatelli – visual designer, fotografa
28 Aprile 1993.
Da sempre interessata alla sperimentazione e interazione dei diversi modi d’espressione artistici, in seguito all’incontro con Marco Brienza avvenuto nel 2013, ho rivoluzionato il mio modo di “fare arte”, la fotografia insieme al “fare manuale”, proprio della grafica d’arte, diventa per me soggetto e assume sempre più un peso considerevole nella mia produzione artistica.

Tommaso Nava – grafico, illustratore
15 settembre 1981.
Ho conosciuto da vicino la fotografia nel 2009. Mi è stato chiesto di tradurre in una installazione tipografica “Il paese dei ciechi” di Herbert George Wells. Ho letto in questo racconto: “Le vette erano tutta luce, tutto fuoco, e i particolari delle rocce più vicine erano impregnati di bellezza: una venatura verde che tagliava il grigio, qua e là il balenio di sfaccettature cristalline, un minuscolo lichene arancione, di una minuscola bellezza, proprio accanto al suo volto. Nella gola stavano ombre misteriose, un turchino che s’incupiva fino al violetto, un violetto che diventava tenebra luminosa; e in alto il cielo, in tutta la sua vastità sconfinata.” Nello sviluppo di questo progetto ho scoperto le foto di Luigi Ghirri, Walker Evans e Stephen Shore.